
Farina del sacco di Jonathan Entwistle e prodotto da Sony e Columbia Pictures, Karate Kid: Legends (trailer) è il perfetto dolcetto per lo spettatore nostalgico, amatore dell’ondata di ribellione giovanile che fu Karate Kid, ma che forse, sotto sotto, vuole insegnare qualcosa di moralmente importante al pubblico di oggi.
Infatti, anche se si è passati da un’ ambientazione americana – giapponese “ripulita” ad una street nei sobborghi di New York, il canovaccio principale della trama è sempre lo stesso: un ragazzo proveniente da lontano deve combattere con una nuova realtà, ostile, piena di bullismo e violenza. Un giovane ragazzo cinese Li Fong (Ben Wang), grande amante del Kung-Fu nella sua città natia, si trasferisce con la madre (Ming-Na Wen) nella grande mela, in cerca si di nuove opportunità e prospettive, ma travolto anche da tante avversioni.
Infatti, oltre alla conoscenza della sua nuova amica Mia (Sadie Stanley) e del padre Victor (Joshua Jackson), Li affronta una “simpatica” compagnia di karate, che vede come suo caposaldo il campione locale indiscusso Conor (Aramis Knight), nonché piantagrane della storia. Starà a Li, spinto dal desiderio di proteggere gli altri e proteggersi, a intraprendere il suo viaggio per diventare una “leggenda”, aiutato da niente popò di meno che il suo shifu Mr. Han (Jackie Chan) e dal navigato sensei di Karate Daniel LaRusso (Ralph Macchio).
Nato come espediente per unire definitivamente tutte le linee narrative e creare quello che si potrebbe dire il Karate kid – verse, Karate Kid: Legends vuole essere l’esaltazione all’ennesima potenza delle arti marziali, del beneficio che consuetamente dovrebbero portare nell’individuo, ma che, purtroppo, vengono oscurare da un unico senso di prepotenza e violenza degenerativa. Difatti anche in questo Karate Kid: Legends esiste e predomina a gran voce la sostanziale differenza tra “Bene” e “Male”, la linea di demarcazione delle arti marziali giuste, volte al miglioramento di se di mente e corpo, e delle sue applicazioni negative, nelle quali non alberga la compassione, la gentilezza, quanto piuttosto l’ annichilimento totale dell’avversario.
Un trattato filmico importante, figlio complessivo di tutte le pellicole precedenti, che ha sempre posto in primo piano un conflitto antico come la storia e lo ha rappresentato, in modo chiaro e ben delineato, con il simbolo del Tao, a noi più comunemente conosciuto come Yin e Yang. Quindi, con un mescolarsi di immagini di repertorio dei vecchi film, rammodernati e ridoppiati, e di riprese estremamente spettacolari, Karate Kid: Legends è il pacchetto di compiti perfettamente confezionato di tradizioni e morali, di rielaborazioni e ribaltamenti dei dogmi canonici delle arti marziali, ma che mantengono comunque la loro essenza.

Esempi quali valore, rispetto, umiltà e dignità di combattere fino alla fine, che vengono esaltati dalle perle di saggezza dello shifu Han: «Le nostre tradizioni sono radicate nella storia…in un albero che cresce forte». Due culture, Cina e Giappone, due discipline, il Kung-Fu e il Karate, che si uniscono, si differenziano e si influenzano vicendevolmente, come per l’appunto due rami di uno stesso albero.
L’albero delle famiglie Han – Miyagi, ora portato avanti non solo dal discepolo Li, ma anche dai suoi due maestri, che un po’ macchiettistici ma saggi, insegnano al ragazzo le fini tecniche del kumite (combattimento in giapponese) misto. Uno scontro estremamente pirotecnico e accattivante, volto non solo alla mera formazione, ma ad una vera e propria questione di sopravvivenza contro il bullo, lo strafottente, il violento.
Pertanto Karate Kid: Legends, con le classiche sessioni di allenamento “spacca ossa”, dove ogni azione può essere propedeutica all’arte marziale, vede di fatto ben poco del mero karate, dando maggiore spazio al ciclico Kung- Fu di Jackie Chan, con un pizzico di contaminazione della box italiana. Perché, sì, un po’ di citazionismo alla Rocky Balboa non fa mai male.
In definitiva, in un contesto dove il dojo è la strada e dove predominano ushiro ura mawashi (calci circolari con rotazione del corpo),pugni diretti, leve, proiezioni e calci volanti come «il colpo del drago», Karate Kid: Legends rammenta al vecchio pubblico e insegna al nuovo, il grande valore e coraggio di non arrendersi, di rialzarsi e affrontare di petto gli ostacoli della società, in quanto: «Non sai quante volte e quando la vita ti butta a terra, ma sai quando rialzarti».
In sala.

