IT – Capitolo 2, la recensione del nuovo film di Andy Muschietti

It è tornato o forse non se ne è mai andato. Il male risorge a Derry dopo 27 anni quando Andy Muschietti – capace di incassare oltre 700 milioni di dollari con il primo capitolo del 2017 – riunisce il Club dei Perdenti. L’uscita di IT – Capitolo 2 (trailer) è prevista nelle sale italiane a partire dal 5 settembre distribuito dalla Warner Bros. Pictures.

Nell’estate del 1988 i “looser” avevano sconfitto (o per lo meno ci avevano provato) Pennywise affrontandolo nelle buie e fetide fogne di Derry. Dopo la fine di quel terrificante incubo ad occhi aperti, il Club dei Perdenti si era promesso col sangue di riunirsi qualora un giorno il Clown fosse tornato. Per dimenticare gli eventi che li avevano segnati, tutti quanti avevano abbandonato la città. Una sera, Mike Henlon (Isaiah Mustafah), l’unico del gruppo rimasto nel Maine, chiamerà ognuno di loro per riunire la banda a seguito di un evento terrificante. Mancare a un ritorno nella cittadina d’infanzia in vista di una promessa fatta col sangue 27 anni prima è impossibile.

IT – Capitolo 2, la recensione del nuovo film di Andy Muschietti

A rendere l’ultima fatica di Muschietti un film interessante e appassionante fin dal primo frame è senza dubbio l’eccellente scelta del cast. Da un James McAvoy nel ruolo di Bill – capace di gestire le balbuzie – fino al carisma sorprendente di Beverly Marsh interpretata da una graziosa Jessica Chastain che vediamo anche protagonista in una delle sequenze più spaventose del film. Non male il Richie Tozier di Bill Hader e l’Eddie Kaspbrak di James Ransone.

Inoltre, Muschietti si è avvalso della sceneggiatura dell’ormai noto Gary Dauberman, con il quale aveva collaborato nel primo capitolo compiendo una scelta di lavoro sui due piani temporali (presente e passato) completa e riuscita. In alcuni momenti della narrazione si torna indietro soprattutto per ricordare qualcosa o qualcuno che, senza fare spoiler, 27 anni dopo non c’è più.

Che dire, IT – Capitolo 2 è un film più adulto e coraggioso che al contrario degli spettatori più fifoni non ha paura di nulla. È più articolato, colmo di contenuti e sotto trame capace di spazzare lo spettatore nelle vite dei protagonisti e mostrarle in modo quasi psicoanalitico. Il film, infatti, è incentrato più su di loro che su Pennywise, il quale compare poco. Come il romanzo di Stephen King, IT – Capitolo 2 non solo appassiona, ma esorcizza con delle metafore edipiche le paure dell’essere umano. Un IT – Capitolo 3? A malincuore, scordiamocelo.

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