Intervista a Eleonora Segaluscio, la voce cantata di Biancaneve

Intervista a Eleonora Segaluscio Dasscinemag

Biancaneve (trailer), uscito in sala il 20 Marzo, è la nuova versione live action, firmata Disney, del cartone storico del 1937. Impavida, vera, onesta, fiera: questi gli aggettivi per descrivere la Biancaneve del 2025 ed il messaggio da dare a tutti gli spettatori. Il film, diretto da Marc Webb, ha suscitato diverse polemiche tra campagne promozionali ed elementi della storia che sono stati cambiati. Non entrando nel merito delle scelte registiche, la versione doppiata in italiano emoziona per la bravura e l’intensità delle voci che vi hanno preso parte. Tra queste, Eleonora Segaluscio (attrice, cantante e performer), è stata la voce cantata di Biancaneve. Durante un’intervista, Eleonora ci ha raccontato la sua esperienza, dando anche dei consigli preziosi per chi ha voglia di intraprendere questo percorso. 

Biancaneve è una storia immortale, dal 1937 ad oggi ci sono state tante rivisitazioni e tanti remake, ma il live action della Disney possiamo dire che sia la più fedele eredità del cartone con cui tutti siamo cresciuti, com’è stato prendere parte a questo passaggio di testimone?

È stato bellissimo, sicuramente inaspettato e ancora faccio fatica a crederci. Penso a noi, che siamo cresciuti con i cartoni Disney e ne abbiamo una certa immagine e un certo ricordo. Mi commuove che i bambini che invece lo scoprono ora avranno anche questo come punto di riferimento, oltre alla versione originale, ed io ne faccio parte. Per quanto riguarda invece un po’ di soddisfazione personale, che difficilmente mi concedo, anche sapere che il mio nome sarà associato per sempre alla Disney è una bellissima emozione. 

Tu nasci come attrice, come performer, ma come è arrivato il doppiaggio? 

Io ho sempre studiato canto. Nella scuola in cui andavo seguivo corsi con diversi docenti e un giorno ho incontrato una nuova insegnante, doppiatrice, che mi ha detto che serviva una sostituzione per un ruolo in un cartone. Così, affacciandomi ad un mondo completamente nuovo, mi sono buttata e da quella sostituzione si sono aperte delle strade per altre esperienze.

Parliamo dei ruoli che hanno preceduto Biancaneve, come la voce cantata di Betty di Riverdale, ti hanno preparato per questo momento?

Appunto è stato proprio per quella sostituzione che, una volta in sala, mi hanno fatto il provino per Betty. Purtroppo Riverdale ha smesso di tradurre le canzoni nelle puntate musical e quindi non l’ho più potuta doppiare. Di sicuro tutte le volte che ho avuto occasione di lavorare col doppiaggio mi sono servite, perché è una disciplina in cui la tecnica e lo studio servono tantissimo. Diciamo che tutti i ruoli precedenti mi hanno preparata a gestire poi le difficoltà che ho incontrato per il ruolo di Biancaneve.

In questo settore c’è qualcuno che ti ha ispirato particolarmente?

Beh, sicuramente Fabio Cuturi. Lui mi ha visto crescere e maturare sempre di più in questo mondo, quindi di sicuro con lui mi sento a casa. Poi anche Marco Manca, che conosco ormai da anni, mi ha proprio motivato ed è stato di enorme supporto. Però c’è da dire che in questo tipo di esperienze il supporto della famiglia e degli affetti non si batte.

Quali sono le difficoltà che hai trovato nel doppiare un personaggio come Biancaneve, che è impresso nella memoria di tutti?

Beh sicuramente il peso delle aspettative, sia mie per me stessa sia degli altri, è stato molto difficile da gestire. In più mi sento proprio di parlare di difficoltà sia tecniche sia interpretative. Quando doppi un attore ti devi un po’ “adattare” a quello che ha deciso di portare in scena. In questo caso anche per quanto riguarda la fedeltà nel prendere le espressioni facciali di Rachel Zegler e riuscire a veicolare il suono adeguandomici è stato difficile. Anche perchè ognuno ha la propria sensibilità, quindi in questi casi la professionalità e la tecnica aiutano tantissimo a gestire i momenti in cui uno pensa “l’avrei fatta in modo diverso, più mio” e a trasmettere ugualmente il messaggio. Sicuramente il personaggio è difficile da interpretare anche perchè porta alla luce degli aspetti di una Biancaneve combattente, che però vanno sempre bilanciati con il lato buono e principesco. 

Intervista Eleonora Segaluscio Dasscinemag

Mi immagino l’emozione anche solo di poter partecipare all’audizione per il ruolo di Biancaneve, come ti sei preparata?

In realtà quando sono andata a fare il provino l’ho scoperto direttamente lì che sarebbe stato per Biancaneve, in passato avevo fatto solo un colloquio conoscitivo con Disney. Questa volta però devo dire che inaspettatamente l’ho vissuto bene. Non avevo troppa ansia e mi sono buttata, non l’ho caricato di tutti quei pensieri che di solito accompagnano i provini, mi sono semplicemente divertita. 

La Biancaneve del 2025 mostra una faccia diversa di questo personaggio, una versione più coraggiosa e più consapevole. Pensi sia importante dare questo modello ai ragazzi, come ai bambini, in questo momento storico?

Questa Biancaneve sicuramente mostra un volto diverso perché l’intero film è diverso. Il cartone del 1937 è fatto a quadri, la storia si sviluppa in un determinato modo, ma applicarlo ai giorni nostri avrebbe sicuramente suscitato un effetto strano. Parlando per esempio della relazione tra il Principe e Biancaneve, nel 2025 la velocità con cui si muove il loro rapporto avrebbe causato delle perplessità. La storia è più vicina a noi, ma secondo me mantiene i valori fondamentali del cartone. Biancaneve è coraggiosa, fa emergere la sua bellezza interiore, è libera e soprattutto è amata, oltre ad amare a sua volta. Quindi alla fine trasmette comunque il messaggio che l’amore, verso se stessi in primis e verso gli altri, è il vero punto di forza di questo personaggio. 

Qual è stata la canzone che ti è piaciuto di più cantare? La più difficile?

Beh sicuramente appena ho saputo che avrei cantato Provate a fischiettar ero felicissima, quindi direi quella e Il motivo sei tu. Per quanto riguarda la più difficile, sia a livello tecnico vocale, sia per quelle cose che dicevamo prima sull’adattare i suoni ai movimenti facciali dell’attrice, direi Aspetto un desiderio.

Puoi dare un consiglio a tutti quelli che vogliono intraprendere questo mestiere?

Sicuramente studiare. Solo lo studio aiuta ad essere pronti ad affrontare magari le difficoltà tecniche. Perché in quanto attori noi siamo tutti pronti a lasciare andare le nostre emozioni sul palco, anzi, sempre con controllo, di solito è proprio meglio far fluire tutto quello che uno sente, senza troppi filtri. Quando invece ti trovi davanti al leggio, quel controllo, quei filtri, sono necessari e quindi se uno si trova sprovvisto di determinati strumenti è difficile. Quindi, anche se può sembrare banale, il consiglio è studiare. 

Impavida, vera, onesta e fiera: quali di queste caratteristiche servono a chi insegue il suo sogno o sono servite a te nel tuo percorso artistico?

Tutte? Tutte, in diverse percentuali. Bisogna essere impavidi, proprio perché bisogna buttarsi. Io mi rendo conto che alcune volte dovrei buttarmi di più. In questo mondo alcune volte i primi a non cogliere delle opportunità, spesso per i troppi pensieri, siamo proprio noi stessi. “Fiera” anche è un aggettivo che dovrei attribuirmi più spesso. Chi lavora in ambito artistico sa che è difficile essere soddisfatti dei propri traguardi, però è importante. Per quanto riguarda l’essere veri è necessario se uno lavora o gravita nel mondo della recitazione ed è importantissimo anche nelle relazioni, io almeno non riesco a non esserlo. In ultimo bisogna essere onesti, con se stessi soprattutto, per avere la consapevolezza di cosa accettare e cosa no, anche in ambito lavorativo. 

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