Su Netflix: Donnie Darko

Su Netflix: Donnie Darko

Donnie Darko (trailer) segna l’esordio di Richard Kelly, all’epoca ventiseienne, che prende abilmente le funzioni di regista, sceneggiatore e produttore. Il film esce in anteprima il 19 gennaio 2001 al Sundance Film Festival e viene presentato in Italia il 22 novembre 2001 al Torino Film Festival. Dal 5 ottobre del 2019 è diventato disponibile sulla piattaforma di Netflix, un ottima occasione per riscoprire quello che è una spedizione nella parte oscura delle persone.

La pellicola ci immerge nella visione del mondo di un ragazzo problematico, dove si mescola la realtà di tutti i giorni e la pazzia che può attaccare una mente. Donnie Darko (Jake Gyllenhaal) una notte, in seguito ad un episodio di sonnambulismo, inizia ad avere delle visioni di una persona vestita da coniglio nero di nome Frank (James Duval) che gli profetizza la fine del mondo. Grazie a questo evento di sonnambulismo, Donnie riesce a salvarsi da morte certa, dovuta alla caduta di un misterioso motore di un Boeing in camera sua. Da qui in poi il ragazzo inizierà a fare tutto quello che vuole il coniglio gigante che dice di provenire dal futuro per sdebitarsi di avergli salvato la vita.

Donnie dovrà affrontare tutta quella parte della sua città, Middlesex, che cerca di impiantare un’idea di vita che il ragazzo ritiene sbagliata. La vita che si gioca solo tra due fronti: amore e paura, mentre il giovane la considera molto più complessa di così, tuttavia molto spesso sceglierà la via della paura come si vedrà, si nota con l’iconica scena del cinema, dove Donnie e la sua ragazza Gretchen (Jena Malone) tra i due film presenti al cinema, La Casa e L’ultima passione di Cristo, scelgono di andare a vedere proprio il film horror.

Donnie Darko è caratterizzato da una struttura ciclica, difatti il film inizia e si conclude nella stessa maniera, lasciando lo spettatore con un senso di shock e di mistero, non in grado di capacitarsi di quello che è successo. Il film gode di una libera interpretazione, soprattutto per la parte finale, alla quale più volte si è provato ad applicare delle teorie in grado di esplicare meglio la vicenda. Kelly, per rispondere a queste domande, decise addirittura di far uscire una versione director’s cut con 20 minuti di film aggiunti.

Il regista riesce a portare a galla una sensazione di inquietudine in maniera superlativa attraverso momenti di quotidianità, che permetterà allo spettatore di mantenere un atteggiamento di stupore lungo il corso del film, il tutto accompagnato da un’ansia dovuta alla presenza di un countdown che ci accompagnerà a segnare il tempo rimanente prima della fine del mondo. Il montaggio permette dei cambiamenti di punto di vista egregi, differenziando la visione del mondo di Donnie da quello del resto dei personaggi, con accelerazioni, rallenty e particolari movimenti di macchina, differenziandosi tra tecniche classiche del cinema e stratagemmi del cinema moderno.

All’epoca il film non riscosse molto successo, di 6 milioni di budget, negli USA riuscirono a guadagnarne appena 1.4, mentre nel mondo non arrivarono neanche ai 7 complessivi. Tra le cause del flop al botteghino l’arrivo del film nelle sale americane il 22 ottobre 2001, dopo gli eventi dell’11 settembre, con gli spettatori che preferirono evitare una pellicola che si apre all’insegna di un incidente aereo.

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