
La Dreamworks non ha fallito neanche stavolta! Dog Man (trailer) è nuovamente il perfetto equilibrio tra film per bambini e per adulti: comicità slapstick, giochi di parole, morale che fa sorridere… Funziona tutto alla perfezione!
Per quanto non brilli di scelte registiche mozzafiato, la fotografia di questo film compensa perfettamente con gli sfondi: acquerelli azzurri, blu e viola fanno brillare il cielo in relazione ai sentimenti dei personaggi. Anche nelle scene d’azione colori sgargianti illuminano i combattimenti per dare il giusto impatto ad ogni colpo sferrato. La Dreamworks ci sta abituando molto bene sin da il Gatto con gli Stivali 2, rivoluzionario, con l’utilizzo dei colori e degli sfondi.
I personaggi affrontano, ognuno a modo proprio, il tema della solitudine, quasi centrale nel film. Sono animali che si abbandonano a vicenda, e che si interfacciano con questo tema in modi che si potrebbero considerare “adulti”, come persino “sfiorando le corde” del suicidio. Ma anche le soluzioni date sono valide: alcuni possono essere perdonati, altri non possono cambiare. Scelte azzardate, ma non per la Dreamworks odierna che bilancia bene il tutto con risate davvero sentite.

Il doppiaggio è davvero insoddisfacente, ci si può abituare dopo un’ora, ma è probabilmente il lato peggiore. Insieme ad un montaggio forse troppo spigliato e che si sofferma poco sui momenti che dovrebbero essere più tristi. Anche se l’ironia è tra i tratti più apprezzabili, le battute sul fatto che lui sia un cane sono leggermente troppe e, ad un certo punto, asfissiano. Si dimenticano che è metà cane e metà uomo, tralasciando quasi il secondo tratto. Narrativamente potrebbe trattarsi di un ulteriore “abbandono” del vecchio sé, ma così si rischierebbe di cadere in sovraletture.
La citazione a Spider-verse è palese e, trattandosi di una trasposizione a film di un fumetto, è la scelta corretta. Le scritte che appaiono a schermo non sono mai eccessive, e si prendono il loro spazio nella scena. Anche l’utilizzo di pochi fotogrammi è corretto, citando l’origine del prodotto, e dando un’estetica più fumettistica.
Allo stesso tempo, però, Dog Man si allontana dal concetto di “eroe”: i personaggi sono molteplici, ma il nostro cane protagonista è quasi secondario rispetto agli altri. Il gatto-nemesi ha numerose sfide da affrontare, e molto minutaggio è incentrato su di lui. La sua crescita è fondamentale per porre la domanda finale: chi è il vero cattivo? O, anzi, chi è l’eroe? Tutti, però, ad un certo punto, si trovano a fare del bene per gli altri. Perché «il bene non si vuole, il bene si fa».
Dal 30 gennaio al cinema.