Beach Bum, l’autorialità secondo Harmony Korine

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Prima di parlarvi di Beach Bum, la leggenda racconta che l’incontro fra lo studente di cinema Harmony Korine ed il regista indipendente Larry Clark sia avvenuto in un parcheggio di un centro commerciale. Clark stava filmando con una super8 dei ragazzi in skate e Korine lo avrebbe avvicinato insultandolo e accusandolo di pedofilia, dopo qualche spiegazione avrebbero passato il pomeriggio parlando di Gus Van Sant, Herzog, Godard e Lars Von Trier.

No, non ci sono elementi attendibili che possano confermare questa storia, molto cinematografica, forse nata per marketing, forse generata per gioco dai suoi interpreti, forse esplosa in rete per elevare il mito della coppia artistica Clark/Korine. Si tratta però di una bella storia con cui cominciare, una favola metropolitana che somiglia almeno un pò al cinema indipendente americano degli anni 2000.

Ci atterremo da qui in poi ai fatti e proseguiremo con essi perchè hanno comunque il gusto e la suggestione di un buon film.

Nel 1995 Larry Clark disturba il mondo con piccolo film cattivo, offensivo e ricchissimo di qualità drammatiche come Kids. Il film scatena polemiche ed ovazioni al 48° Festival di Cannes e segna il debutto nel lungometraggio del fotografo Clark con una sceneggiatura innovativa ed intrigante firmata dal giovane esordiente Harmony Korine. Il film serve anche da lancio per la giovane e magnetica Chloë Sevigny che fra la prima metà dei 90 ed i primi anni del 2000 sarà considerata la Jean Seberg del cinema indipendente americano. In una scena chiave del film lo sceneggiatore Korine compare come ragazzo senza nome e regala alla Sevigny una droga misteriosa che porterà ad una scena chiave molto famosa del film. Kids parla di violenza, disperazione urbana, skateboard, rabbia giovane, emarginazione ed Aids e lo fa con una forza così innovativa che cambierà o forse addirittura rifonderà il cinema indipendente americano. Korine scriverà, a carriera di regista già avviata, una seconda volta nel 2002 per Larry Clark con il film Ken Park. Il secondo progetto della coppia, pur trattando temi molto simili a quelli di Kids quasi da sembrarne un seguito, non riprenderà nessuno dei personaggi del film del 1995 dedicandosi ad una nuova generazione di adolescenti. Il film, pur rimanendo nella completa dimensione del cinema d’autore, riporta una scena di sesso liberatorio fra i tre protagonisti perfettamente inseribile nella dimensione della pornografia.

La carriera di regista di Harmony Korine inizia due anni dopo Kids con il film Gummo, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. La storia si svolge nel paesino di Xenia, stravolto da un tornado ed abbandonato al suo destino, dove seguiamo la vita di tre cacciatori di gatti. Gli animali catturati vengono venduti ad un macellaio del mercato nero e con il ricavato un ragazzo si prende cura della nonna disabile mentre gli altri due ingaggiano una prostituta affetta da sindrome di down.

Nel 1999 Korine è il primo regista nordamericano ad aderire al movimento artistico fondato da Lars Von Trier Dogma 95 con il lungometraggio Julien Donkey – Boy che si avvale della presenza del grande regista tedesco Werner Herzogh in uno dei ruoli paterni forse fra i più disturbanti degli anni ’90. Il film pedina per alcuni giorni un giovane schizofrenico (il grande Ewn Brenmer del dittico di Trainspotting) in una desolata America nevrotica e mostruosa.

La carriera di Korine prosegue fra videoclip, corti e due lungometraggi sfortunati al botteghino fino al momento cruciale del film Spring Breakers che rilancia l’autore e rappresenta una fortissimo cambiamento stilistico e registico. Il film racconta la perdita dell’innocenza di alcune adolescenti americane ed in un certo senso anche delle star Disney che ne interpretano i ruoli, la scelta di “sporcare” alcune ex “principesse” di Disney Channel porterà problemi di vario tipo al regista, sia in termini legali che morali ma contribuirà ad un rilancio della sua carriera e della sua immagine.

Dal punto di vista registico ed estetico Korine lascia la visione anni ’90 del rabbioso cinema indipendente americano o del movimento Dogma 95 a favore di una estetica più brillante. Il film Spring Breakers è permeato di immagini alterate da luci acide al neon, fosforescenze e colori ultravioletti che dominano i corpi delle protagoniste e gli ambienti in cui si muovono. La misura stilistica del film è quella europea ma la scelta estetica è quella commerciale americana sebbene priva delle moderazioni da prodotti per famiglie e quindi più disturbante ma seducente per lo spettatore adulto.

Se in Spring Breaker i corpi femminili delle protagoniste sono oggetto di continuo impatto psicologico verso lo spettatore, questa condizione si ripete verso il corpo maschile di Matthew McConaughey nel film Beach Bum (trailer). La storia nella sua base ricalca la formula vincente di un film da premio Oscar: un intellettuale colto, perspicace, affascinante e brillante rimane vittima delle sue nevrosi finendo in una spirale di alcolismo e droga senza uscita. La morte della moglie, gli obblighi dell’eredità che lo costringono ad iniziare la disintossicazione e la riscoperta della vita lo porteranno a finire il suo libro e trovare fama e successo con una bella scena di agnizione che porta ad un monologo commovente, da nomination agli Oscar.

No, non è così, non siamo in un film canonico nordamericano. Korine odia gli schemi del suo Paese e li stravolge fino al disturbo del benpensante. La struttura è quella indicata, ma il protagonista farà qualsiasi cosa in suo potere per deludere le nostre aspettative e costringerci alla nuda e cruda realtà di una società fatta di apparenze e di solitudine.

La fotografia sembra quella di un film commerciale della fine degli anni 80′, la trama di principio sembra quella del classico filmone da Oscar, l’attore è un divo (tormentato e trasgressivo ma pur sempre un divo), la sensualità e le trasgressioni ci sono e non manca una bella carica di ironia ma non illudetevi… Korine non soddisferà la nostra pulsione da classico di Hollywood. Con Beach Bum Harmony Korine ci strapazza, ci prende in giro, ci disturba ed alla fine ride di noi e dei nostri bisogni quotidiani. Lo potremmo odiare o lo potremmo amare dopo questo film ma difficilmente provocherà indifferenza e improvvisamente troveremo domande e riflessioni nascoste fra i nostri pensieri quotidiani come un virus… come il film di un vero autore.

Beach Bum è disponibile in streaming su Chili.

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