VORREI VIVERE IN UN FILM DI WES ANDERSON

Così inizia la canzone di Niccolò Contessa aka i Cani, intitolata proprio Wes Anderson, che la maggior parte della redazione canticchiava in coda per incontrare il regista alla Festa del Cinema di Roma. Abbiamo già scritto com’è andato quell’incontro autunnale con Wes Anderson e Donna Tartt, tra studentesse innamorate alla ricerca di autografi sulle tesi, alle domande sui film di Natale. Ma volevamo continuare a insistere con delle considerazioni. Niente twitter questa volta ma una ricerca attraverso i videosaggi creati apposta dal pubblico e dai fan, come punto di partenza per studiare e approfondire meglio le tematiche e la visualità di Anderson. Infatti non solo tra gli studenti di cinema ma in generale tra un target giovane Wes è considerato uno dei registi più pop, quello con più copertine Facebook dedicate, ma soprattutto è visto come una fonte di ispirazione continua grazie alla sua estetica.

Videosaggi, recut, analisi, libri, canzoni e gadget tutti del mondo di Wes che ci fanno capire il suo essere indie e pop allo stesso momento tra musica, arte e citazionismo.

ESTETICA

Quando parliamo di direzione della fotografia dobbiamo includere anche la scelta dei colori – ogni direttore della fotografia assieme al reparto di scenografia e regia crea dei moodboard e delle palette colori. Esistono molti video che analizzano l’uso delle tonalità scena per scena, e addirittura c’è un tumblr dedicato solo a questo creato dai fan. I colori di Wes sono riconoscibili ovunque, tutti tendenti a sfumature pastello anni ’60 o colori complementari, svolgono una funzione importante all’interno dei film.

Niente è al caso, c’è una ricerca eccezionale nell’art direction, come nel suo ultimo film Grand Budapest Hotel, premiato agli Oscar per i costumi con l’italiana Milena Canonero, il regista ha organizzato una crew di designer per ricreare un mondo a sé portando il pubblico in un’atmosfera meravigliosa. La moda è un altro punto centrale per i suoi film, fa parte della ricerca di una direzione creativa che implica l’attenzione verso le scenografie e i costumi (sappiamo che è un grande appassionato e regista anche di fashion film, l’ultimo dal titolo Castello Cavalcanti per Prada).

La direzione della fotografia di Wes è accurata anche per quanto riguarda la composizione delle inquadrature, troviamo grandi spazi e un’attenzione alle simmetrie. Questo secondo videoessay che vi vogliamo mostrare ha come oggetto di analisi la precisione maniacale presente in ogni suo film: ogni scena è un quadro studiato nei minimi dettagli in cui il personaggio è parte dell’equilibrio.

In questo videoessay scoprirete quanto il regista statunitense debba al grande maestro giapponese, Yasuhiro Ozu, altro regista visuale, che ha rotto certi concetti del cinema classico. Due registi che possono essere accomunati per la loro visualità, l’interesse per la musica inserita nei film e l’attenzione ad ogni inquadratura.

TEMATICHE

Per quanto riguarda le tematiche, anche in questo caso non mancano saggi e videosaggi. Dalla gastronomia, alla figura del padre di famiglia, alla presenza dei libri, sono tanti gli elementi in comune che vengono ripetuti nei suoi film ricreando un immaginario collettivo senza eguali. Queste ripetizioni le troviamo anche nella ricerca del cast, attori come Bill Murray, ad esempio, vengono spesso trattati dal punto di vista del padre, o dell’uomo fragile.

ICONA

Lo stile immancabile di Wes che vi abbiamo mostrato ha creato nel tempo parodie e recut di altri film, inclusi video di ispirazione. Come sarebbe stato se Anderson avesse girato Forrest Gump? Una scatola di cioccolatini simmetrica e bellissima. Le tute di X-Men di Prada e le scene in ralenti della crew come i marinai di Steve Zissou.

https://vimeo.com/121162967

Per approfondire le tematiche ricorrenti all’interno della filmografia del regista, vi consigliamo un libro Wes Anderson. Genitori, figli e altri animali di Ilaria Feole pubblicato da Bietti nella collana Heterotopia che tratta di tutto il suo lavoro filmico. Online ci sono molti tributi visuali, un piccolo video sul mirror effect creato dai fan permette una riflessione sul concetto trattato all’inizio della centralità e della simmetria. Qui i dogmi andersoniani vengono ribaltati attraverso l’uso di un effetto a specchio. Le immagini che si creano sono veri e propri quadri visivi che riflettono l’estetica di tutta la filmografia del regista statunitense.
https://vimeo.com/139501550

 

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