There Is No Evil, la recensione: l’occhio critico che disturba il regime iraniano

There is no evil

L’Orso d’oro di Berlino del 2019 è ancora inedito in Italia ma la colpa più che altro è della quarantena che ha obbligato tutti noi in casa, le sale chiuse e i distributori congelati. There Is No Evil (qui il trailer), il film che potrebbe essere senza sforzo considerato il più potente di Moahmmad Rasoulof (tutto sul regista, qui) è una sfida al sistema, l’orgoglioso tentativo di ribadire che l’umanità e la poesia prevalgono sopra ogni tipo di regime. Il film di Rasoulof è un tributo all’amore sopra ogni dolore, strazio o rabbia. Un film di smisurato coraggio che incita alla rivoluzione del cuore, priva di qualsiasi ideologia o di qualsiasi lettura distaccata. Ribellarsi perchè si ama, rivoltarsi perchè si vuole la vita sopra ogni cosa, resistere perchè si vuole la gioia sopra ogni dolore.

Il film comincia con la vita ordinaria di un uomo ordinario, lo seguiamo nella banalità del quotidiano, lo pediniamo (in zavattiniana memoria) mentre vive con la sua famiglia, lo osserviamo mentre educa ed ama sua figlia. In 32 minuti e 40 secondi osserviamo, interrogandoci su quale sia il punto del film. Il regista ci sfida e sfida il suo regime: all’improvviso tutto cambia, attraverso un’inquadratura di soli 36 secondi il nostro punto di vista è devastato. La storia del film si è imposta con la violenza di una bomba, il senso della visione è compiuto. Una singola scena determina la trasformazione del tutto e ci colloca inesorabilmente in uno dei film più coraggiosi e illuminanti del 2019.

There Is No Evil, la recensione: l'occhio critico che disturba il regime iraniano

Il progetto antologico di Rasoulof ci costringe a guardare nell’oscurità del sistema giudiziario iraniano, in una brutalità doppia che forma e deforma i principi dei protagonisti in un perpetuo salto fra il boia ed il carnefice. Il regista offre, con forza visiva e grande carica poetica, una via d’uscita dalla mostruosità di un sistema penale reale, che banalizza la vita come la morte.

Ogni cerimonia dell’amore o della gioia nasconde nella visione di Rasoulof una ragnatela di dolore e disperazione. Una meccanica della repressione con cui si costringono le emozioni come le anime, dove ribellarsi è semplicemente gridare dal proprio interno la parola amore contro la brutalità della logica giuridica o religiosa. Si diventa ribelli per gioia di vivere, di diventa atei per amore, si diventa guerriglieri per passione e incanto dell’umanità.

Fra i momenti più emozionanti di un lungo film intenso di due ore e mezza va necessariamente citata una versione attualizzata di Bella Ciao che apre le porte ad un invito esplicito di ribellarsi con amore e gioia per la vita al regime religioso e alla sua brutalità giuridica. Un film pericoloso e coinvolgente, di una rara forza emozionale e di una determinante importanza storica e politica. There Is No Evil fa di Moahmmad Rasoulof uno dei nomi più importanti del cinema contemporaneo ed al tempo stesso un perfetto sconosciuto in Iran dove ogni suo singolo lavoro è proibito e la sua libertà di artista e di persona negata dal regime.

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