Locke & Key, la recensione della serie su Netflix

Su Netflix: Locke & Key

Il 7 febbraio approda su Netflix la nuova serie Locke & Key (trailer), tratta dall’omonima saga di fumetti di Joe Hill (figlio del noto autore Stephen King) e Gabriel Rodriguez. Joe Hill ha collaborato anche come produttore esecutivo affiancato da Carlton Cuse (Lost) e Meredith Averill (The Haunting of Hill House).

La serie non è il primo tentativo di adattamento del fumetto. Nel 2011 la Fox girò un episodio pilota, ma il progetto venne subito abbandonato. Al Comic Con del 2014 annunciarono una possibile trilogia cinematografica prodotta dalla Universal Picture, ma già nel 2015 si ritornò all’idea di una serie tv. In seguito nell’aprile del 2017 la piattaforma streaming Hulu si dichiarò interessata alla produzione, ma il 30 maggio del 2018 il progetto passò definitivamente a Netflix.

La storia parla di tre fratelli, Tyler (Connor Jessup), Kinsey (Emilia Jones) e Bode Locke (Jackson Robert Scott) che, insieme alla loro madre (Darby Stanchfield), a seguito dell’omicidio del loro padre, vanno a vivere nella Keyhouse, antica dimora ereditata dalla famiglia paterna, a Matheson. Mentre la madre è alla ricerca di risposte sul misterioso assassinio di suo marito, i figli trovano delle misteriose chiavi, ognuna dotata di un potere soprannaturale. Scopriranno che non sono gli unici a conoscenza di queste magiche chiavi, e dovranno scontrarsi con una creatura misteriosa ed implacabile disposta a tutto per ottenerle.

I misteri della Keyhouse si intrecciano perfettamente ai problemi personali dei singoli familiari. Trasferendosi nella cittadina dove il padre era cresciuto, ognuno prova a metabolizzare il lutto. La madre si trova a dover educare i suoi figli da sola mentre cerca di gestire la sua dipendenza da alcool, il figlio maggiore si sente responsabile della morte di suo padre vivendo una condizione di straniamento dai suoi coetanei, la sorella deve imparare a gestire la sua paura, e infine il piccolo Bode non riesce a sentirsi compreso dal resto della famiglia.

La trama rimane abbastanza fedele al fumetto originale, tranne che per diversi cambiamenti che come sostiene lo stesso Hill si sono rivelati necessari per adattarsi al mezzo televisivo. L’unica differenza sostanziale è l’attenuazione dell’elemento horror. Dove nel fumetto i disegni sbalorditivi di Rodriguez riuscivano a dare un’atmosfera perfetta per il racconto, a rappresentare adeguatamente i tormenti e le paure della famiglia Locke, nella serie tv ci si focalizza sull’elemento fantasy e sui drammi adolescenziali. La scelta di alleggerire la componente dark è sicuramente dovuta alla ormai consolidata strategia marketing di Netflix, concentrandosi sui teen drama per raggiungere un pubblico più ampio. Nonostante questa decisione non permetta di sfruttare a pieno le potenzialità dell’opera di Joe Hill, la piattaforma streaming offre comunque un buon prodotto d’intrattenimento leggero e godibile.

Alcune soluzioni narrative sbrigative, anche se utili per sviluppare la storia velocemente, fanno sicuramente perdere di credibilità, ma, grazie alla trama intrigante e alla messa in scena funzionale, la serie resta un valido prodotto. Senza troppe pretese, i dieci episodi che costituiscono la serie scorrono rapidamente verso il finale, lasciando intendere una seconda stagione che, da quanto dichiarato, è già nei piani di produzione. Molte questioni non sono state spiegate, e tante altre chiavi devono ancora essere presentate. Locke & Key mostra del potenziale, un buon fantasy a metà tra Piccoli brividi e Le cronache di Narnia.

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