Carnival Row, la recensione della prima stagione su Amazon Prime Video

Carnival Row, serie statunitense, creata da René Echevarria e Travis Beacham, è approdata sulle spiagge di Amazon Prime Video con una produzione notevole, un’ambientazione suggestiva e grandi nomi nel cast. Tuttavia, apparentemente non ha riscosso ancora un elevato interesse da parte del pubblico.

Carnival Row (trailer) tratta di un mondo irreale abitato da umani e creature fantastiche fra cui fauni, fatati e centauri. Queste creature, a causa della spietata guerra del Patto, si sono viste costrette a lasciare la propria terra nativa per cercare riparo a Burgue, in particolare nel quartiere malfamato di Carnival Row.

La trama segue le vicende dell’ispettore Rycroft Philostrate (Orlando Bloom) e della fata Vignette Stonemoss (Cara Delevingne), i quali durante la guerra contro il Patto furono amanti. Separati da allora, si ritrovano adesso ad affrontare insieme i problemi di una città come Burgue, partendo dal caso dei misteriosi e cruenti assassinii e da un sistema politico sull’orlo del collasso, fino ad arrivare ad un crescente sentimento xenofobo per le creature fatate.

Amazon non ha badato a spese per rendere al meglio la spettacolarità che Carnival Row doveva trasmettere. Interamente girata in Repubblica Ceca, l’ambientazione di Burgue (Praga) rende perfettamente l’alone di mistero e fascino tipico della Londra Vittoriana, con uno stile che rimanda allo steampunk. Inoltre, i costumi e il trucco sono minuziosamente curati, tanto che le corna dei fauni sono fastidiosamente realistiche da far impressione, come anche le ali dei fatati. Amazon inserisce nel cast due grandi nomi per i protagonisti, ma non sono loro che meritano degli apprezzamenti. Spiccano infatti i nomi di Simon McBurney, artista di strada umano a capo di una compagnia teatrale di coboldi, Karla Crome nel ruolo di Tourmaline, Jared Harris nei panni del cancelliere ed Indira Varma, sua moglie, la quale dà nuovamente dimostrazione della propria bravura dopo Game of Thrones.

Carnival Row è un calderone ribollente di temi e personaggi, ed è proprio questa grande varietà di sottotrame che la regia non ha saputo esplicitare al meglio. Abbiamo infatti l’atmosfera da poliziesco, la tematica sociale del razzismo e dell’intolleranza (molto attuale di questi tempi) e le varie love story che si vengono a creare. La storia d’amore fra i protagonisti, che dovrebbe essere la storyline che traina le altre, risulta però poco convincente. C’è scarsa alchimia fra i due attori, con un Orlando Bloom a suo agio nei panni di ispettore, ma nonostante gli sforzi della Delavingne, la portentosa Vignette non sembra altro che un’adolescente arrabbiata e ferita. L’attrice è perfetta nella fisionomia per essere una fata, ma di certo questo non basta.

Anche la scelta di raccontarci la loro storia d’amore in una sola ed intera puntata flashback, la fa sembrare un’avventura di guerra, un colpo di fulmine. Sarebbe stata una scelta più saggia quella di raccontarcela in piccole dosi durante tutte le puntate o, perlomeno, avrebbe rispettato la volontà di farci credere di essere di fronte ad un amore puro e difficile da dimenticare. Invece la storia d’amore che risulta più profonda e proibita è quella fra la borghese Imogen (Tamzin Merchant) e il ricco Fauno Agreus (David Gyasi).

La serie ha delle enormi potenzialità che però non sono ancora state sfruttate al meglio, ma nel finale vengono creati dei bei presupposti e delle premesse molto interessanti. La seconda stagione è stata già confermata e questa volta sarà ambientata a Dubrovnik, in Croazia. Nonostante le incertezze, Amazon mette le basi per un prodotto che può ancora riscattarsi.

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