Cambio tutto!, la recensione del film su Amazon Prime Video

Cambio tutto

Approda direttamente su Prime Video il nuovo film di Giulio Chiesa, Cambio tutto! (trailer), una commedia che racconta la storia di Giulia (Valentina Lodovini), una donna o «un melodramma», come la definisce un personaggio, che vive una vita in cui subisce da ogni dove: dal compagno artista che non ha tempo (e voglia) di aiutarla in casa, al capo che la sottovaluta; dall’amica che non l’ascolta alla sorella che la dà per scontata. Giulia però è esausta, così esplode e ammette: «Non voglio più ritrovarmi in situazioni in cui subisco, e alla fine fingo di essere ciò che non sono», così cerca aiuto in un guru (Neri Marcorè) per riprendere il controllo della sua vita. Cambio tutto! è una commedia che gioca sullo scontro tra i generi, l’impressione però è quella di vedere un film vecchio di qualche anno.

La spiegazione forse è nel fatto che Cambio tutto! è un remake di un film del 2016, Sin filtro di Nicolás López, in questi anni però la discussione cinematografica tra i generi si è evoluta, anche grazie al movimento #MeToo, quindi alcune battute e situazioni del film quasi stridono. Lo scopo di Cambio tutto! è quello di comunicare attraverso elementi universalmente riconoscibili, per farlo però inserisce nella storia ogni tipo di vecchio stereotipo, dall’influencer scemotta alle segretarie mute ma che sono «delle splendide ragazze» che accettano ogni invito che viene loro proposto. Chiesa vorrebbe passare dagli stereotipi per arrivare a una morale che tutto sommato funziona, il problema è che ne viene sopraffatto e il modo in cui discute di certi argomenti (anche abbastanza importanti come le molestie) è decisamente superficiale, persino per una commedia degli equivoci.

Cambio tutto! è un film fuori luogo, uscito decisamente tardi sul mercato, però allo stesso tempo è una commedia e quindi è giusto porsi la domanda se, nonostante tutto, riesca a far sorridere. In realtà le gag funzionano poco, per colpa di una sceneggiatura poco brillante e legnosa. È giusto che la commedia tratti certi argomenti con leggerezza, tuttavia il film di Chiesa sembra il risultato di un pensiero culturale ormai superato, in cui persino la battuta «Non dire mai a una donna ‘voi donne’» sembra un tentativo maldestro per giocare sui luoghi comuni moderni in modo da richiamare l’attenzione di una fetta di pubblico più ampia possibile. La bellissima morale finale non basta, decisamente.

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