RENDEZ-VOUS – INCONTRO CON LOUIS GARREL

In occasione dell’anteprima italiana del film I fantasmi d’Ismael tenutasi ieri lunedì 9 aprile al Cinema Nuovo Sacher di Trastevere (nell’ambito della retrospettiva sul cinema francese Rendez-vous), il cast artistico del film ha accolto il pubblico a fine proiezione. Sono intervenuti quindi il regista Arnaud Desplechin e gli attori Louis Garrel, Alba Rohrwacher e Mathieu Almaric. In occasione di tale incontro abbiamo posto a Garrel le seguenti domande.

L’anno scorso hai interpretato Godard, e ultimamente fai anche il regista. Volevo chiederti: ti trovi più a tuo agio da regista, da protagonista per biopic o in ruoli da non protagonista? Noto che sei molto eterogeneo ultimamente…

Louis Garrel: Odio i biopic (ride), secondo me sono la forma peggiore di cinema. Comunque ero felicissimo di avere un ruolo nel film di Arnaud, a mio parere ha inventato un tipo di attore, ovvero un modo di recitare. Era la mia teoria quando avevo ventidue anni. A dire il vero avevo molta paura di lavorare con Arnaud, non penso mai a grandi ruoli in generale, anche perché mio nonno aveva ruoli di secondo piano, marginali, e lui mi ha sempre detto che un ruolo da protagonista è sempre più facile da fare. Quindi mi sento maggiormente in difficoltà in ruoli di secondo piano, e qualche volta amo le difficoltà! Perché la difficoltà è una grande cosa per un attore.

Solo con Arnaud Desplechin?

Louis Garrel: Sì, poi io sono un cinéphile. A sedici anni ho visto il primo film di Arnaud, La mia vita sessuale. Per me era un film “totale”, mi piaceva da morire. Poi lui secondo me fa tornare il teatro al super-realismo, che in Francia negli anni Novanta era forte. Inoltre Arnaud ha portato nei suoi film un’idea teatrale, ovvero quella di far tornare gli stessi personaggi di film in film. Il ruolo che mi ha chiesto di interpretare è quello del fratello, ed è un motivo che ritorna spesso nei suoi film. Infatti è vero che qualche volta i film di Arnaud sono tutti, come dire, legati. Quest’ultimo film ha come tema principale “le passé maudit” (il passato maledetto) che è anche una maniera di Arnaud di reinventarsi come regista.

I soliti autografi, l’assalto di fotografie da parte del suo pubblico femminile chiudono in bellezza una serata dove l’attore parigino non appare così tanto irraggiungibile (qualcuna arriva a parlargli per interi minuti) come lo potevano essere i Beatles all’epoca. Con Louis l’età non conta, non esiste. I tempi del primo film con Bertolucci non sono tanto lontani…

Gianmarco Cilento

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