PESAROFF52 – UNA MOSTRA SEMPRE NUOVA

Pedro Armocida e Bruno Torri, presente e passato della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, ci presentano la 52a edizione scambiandosi battute e sguardi che lasciano ben sperare.

Al secondo anno del suo rinnovamento, Pesaro continua a scommettere. Fa le cose in grande nel suo piccolo, sempre coerente con la tradizione, si apre a nuove declinazioni, nuovi orizzonti che anche quest’anno porteranno nella cittadina marchigiana, dal 2 al 9 luglio, una vetrina del cinema internazionale di prima scelta. Tra passato, presente e futuro è la premessa che apre il programma della Mostra, alla quale anche la redazione di DassCineMag darà il suo contributo, seguendo e raccontando le giornate del festival in diretta con interviste, recensioni e tanto altro – qui e sui canali social  Facebook Logo Button Twitter Instagram social network logo of photo camera Social vimeo in a circle Logo

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Anche quest’anno la giuria del Concorso Pesaro Nuovo Cinema – Premio Lino Miccichè, presieduta da Roberto Andò, è stata affidata a studenti delle università e scuole di cinema italiane, i quali partono oggi verso Pesaro per trascorrere una settimana in viaggio sulle strade del cinema. Un viaggio che attraversa gli otto film in concorso. Partendo dalla Francia con Les Ogres di Léa Fehner, arriva in Cina con Kaili Blues di Bi Gan, e in Africa con Akounak Tedalat Taha Tazoughai di Christopher Kirkley. Passando per la città di Praga con Jan Těšitel in David, arriva all’americano The Ocean of Helena Lee di Jim Akin, al brasiliano Where I Grow Old di Marilia Rocha e  all’egiziano In The Last Days of the City di Tamer El Said, per tornare infine in Italia con Per un figlio di Suranga Deshapriya Katugampala, cittadino italiano immigrato dallo Sri Lanka.

Ma sono molte le strade su cui si articola la settimana di festival, tra le quali proviamo ora a orientarci. Nella sezione Satellite si incrociano le strade “disomogenee” di Francesco Cazzin, Giovanni Cazzin, Francesca Rusalen, Gregorio Tenti, Perla Sardella, Caludio Romano e Carlo Michele Schirinzi. Una fetta di nuovo cinema italiano che lavora con bassi budget, su canali alternativi, ma che, proprio per questo, trova grande accoglienza. Un’altra strada è quella dei Critofilm, che Adriano Aprà ha intrapreso e raccontato nell’e-book pubblicato dalla Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, e giunge a Pesaro nella prima grande retrospettiva dedicata ai film sul cinema per poi declinarsi al presente nel primo concorso italiano di (ri)montaggi riservato a studenti. L’anno scorso Chiara Grizzaffi aveva presentato un workshop sul video essay, aprendo un dialogo con la tradizione critica del festival. Oggi si è voluto riservargli uno spazio all’interno del fitto programma, con la proiezione del vincitore tra i sette video essay finalisti del concorso – tra i quali c’è anche la nostra video-analisi: La donna in Suburra: la figura femminile nel noir contemporaneo.

Altre strade critiche si aprono negli incontri in Pescheria, dove autori e studiosi di cinema dialogano insieme al pubblico della Mostra. Qui una parentesi è dedicata esclusivamente al Porno al femminile – che attraverserà la Mostra con Queen Kong di Monica Strambrini. Una strada alternativa, di impronta storica, si articola invece a partire da tre lezioni di storia – Videoteppismi: storie e forme del video di lotta e continua con le proiezioni speciali dedicate al cinema del reale, per poi innestarsi con le eccezionali proiezioni in Super8. Questa strada arriva fino a oggi nella retrospettiva che propone un dialogo tra film del passato e film del presente al centro della pubblicazione, curata da Pedro Armocida e Laura Buffoni per Marsilio Editore, Romanzo popolare. Narrazione, pubblico e storie del cinema italiano negli anni Duemila. Visconti, Martone e De Lillo, Virzì e Monicelli; Petri e Andò; Emmer e Muccino; Di Leo, Sollima e Vicari. Questi i nomi che dall’oggi guardano a ieri aprendo nuove strade nel panorama del cinema italiano popolare. Come l’anno scorso, DassCineMag sarà in prima linea per interrogare e dialogare con una generazione di cineasti.

Ritroviamo, inoltre, anche gli sguardi femminili dalla Russia e i corti in mostra che già l’anno scorso ci avevano incuriosito, ma l’omaggio principale, la Mostra lo dedica al regista algerino Tariq Teguia, di cui proietterà tutti i film, dai primi cortometraggi fino all’ultimo lavoro inedito.

Come ogni anno il Pesaro Film Festival ci propone tanti nomi, che abbiamo con piacere riconosciuto, o che curiosi andiamo a scoprire, iniziando anche noi ad allestire la nostra vetrina. Se è il passato a costruirne l’impalcatura, a rinnovarla sono gli spazi d’apertura che, soprattutto nei dopofestival, continuano oggi la sperimentazione aprendosi a un pubblico sempre nuovo. Nella bellissima sigla di Virgilio Villoresi si riassume perfettamente la natura di questo singolare festival, dove ci si scambia sguardi tra presente e passato, per rivolgersi sempre al futuro.

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