PERTINI – IL COMBATTENTE AL CINEMA

Il film “Pertini – Il combattente”, nasce dall’occasione della riedizione del libro di Giancarlo De Cataldo, “Il combattente. Come si diventa Pertini” (2014), grazie al sostegno produttivo di Anele Srl, Sky Cinema Italia e Rai Cinema. Il film documento sarà distribuito nelle sale a partire dal 15 marzo, distribuito da Altre storie.

Il documentario, della durata complessiva di 76’, è costituito da materiali di repertorio che richiamano in primo piano la figura centrale di Pertini e gli eventi storici che hanno caratterizzato non solo la sua presidenza, ma anche ciò che lo ha preceduto: il titolo già esprime quello che è il fulcro attorno a cui ruoterà tutto il resto, cioè l’esperienza partigiana dello stesso Pertini e la sua partecipazione alla Resistenza.

Non è facile raccontare la personalità di una figura così forte, tanto che De Cataldo trova come espediente drammaturgico l’idea di dialogare con un gruppetto di giovani i quali rappresentano lo stimolo per soffermarsi su eventi particolari della biografia di Pertini. A questo si aggiungono le interviste a personaggi che hanno avuto rapporti più o meno diretti con Pertini, tra le quali si inseriscono immagini d’archivio, come può essere l’esultanza di Pertini per il gol dell’Italia o la sua sofferenza per il bambino caduto nel pozzo di Vermicino. Un racconto che non diventa mai troppo banale, a tratti anche critico nei confronti del Presidente più amato degli italiani, in particolare viene sottolineato il suo essere anti-politico e troppo “populista”, nel suo essere sempre presente e discredito nei confronti dei partiti politici. Il documentario tenta di dare una giustificazione a questo suo comportamento, rintracciando il motivo di ciò nel suo passato socialista.

Tra interviste che lo ricordano, immagini di repertorio, stilizzazioni a fumetto (disegnate per lo più da Andrea Pazienza) si sentono scorrere musiche, prese per una manciata di secondi, che dovrebbero essere tutte ispirate dalla figura di Pertini – il modo in cui sono trattate lascia spesso un po’ a desiderare.

In generale, il documentario ha un buon ritmo e non si pone come una copia imitativa di altri documentari: cerca di rintracciare una nuova linea drammaturgica, laddove non è facile trovarla per narrare le vicende di un personaggio storico, tentando di mescolare varie forme mimetiche e provando a farle dialogare tra di loro, dalle immagini di repertorio alle interviste ai fumetti animati. Il modo di raccontare di De Cataldo non risulta invadente neppure nel momento delle interviste, piuttosto cerca semplicemente di delineare una linea da guida, ponendosi da protagonista dell’inquadratura solo all’inizio e in chiusura.

di Daniele Sansone

 

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