LO SGUARDO E IL CUORE: INTERVISTA AD ANDREA CACCIA

Il nuovo non è ciò che c’è in questo momento. Il nuovo è lo sguardo nuovo che ognuno di noi deve avere nel momento in cui si guarda intorno, e io vedo sempre meno sguardi nuovi. Freddo, cinico o semplicemente provocatore è Andrea Caccia, uno dei veterani della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, che partecipa nella rassegna del festival Esordi italiani Anni Dieci (2010-2015) con il film La vita al tempo della morte (2010). Il tema della morte è raccontato attraverso undici conversazioni, undici persone che affrontano il silenzio, la pazienza e la paura della fine.

Pesaro Film Festival: intervista ad Andrea Caccia from DassCinemag Video

Mentre agli incontri nel Centro delle Arti Visive di martedì 23 e mercoledì 24 giugno, alla tavola rotonda sulla Critica e sui Festival, ci si interrogava sul significato e sull’esistenza del Nuovo Cinema, Andrea Caccia trasforma le sue preoccupazioni in provocazione, alla ricerca del significato e delle implicazioni del termine “nuovo”. Ad essere nuovi non sono i contenuti, bensì i contenitori, bisognerebbe togliere l’etichetta “nuovo” e parlare di cinema e basta, senza doverlo cercare per forza.  L’intervento di Caccia mette in luce così una certa contraddizione tra le rassegne sul cinema passato, alla ricerca di ciò che e nuovo, e i film degli ultimi cinque anni, (alcuni in concorso) che di nuovo hanno ben poco. Nuovo non è sinonimo di contemporaneo, come nell’intervista del programmatore Censi, l’obiettivo comune dei festival dovrebbe essere un cinema più libero, senza etichette di genere e durata.

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