Festival di Sanremo 2020, dopo 70 anni torna a fare rumore

Festival di Sanremo 2020: dopo 70 anni torna a fare rumore

Si è concluso anche quest’anno il Festival di Sanremo, la città dei fiori che, contro ogni aspettativa, ha riscosso un successo in termini di ascolti che non si registrava da dieci anni. Qualcuno l’ha chiamato “Effetto Fiorello”, altri hanno subito parlato di ennesima prova di Trash televisivo, fatto sta che la dirigenza RAI, già dopo i risultati della prima serata, stava pensando di affidare di nuovo la 71esima edizione alla coppia che ha tenuto vivo il palco durante questi cinque giorni: Amadeus e Rosario Fiorello.

Come tutti gli anni, però, il Festival non comincia mai il canonico primo martedì di Febbraio visto che il suo inizio viene anticipato un mese prima dalle voci di corridoio sulle canzoni, sugli ospiti, sulle vallette e sul conduttore-direttore artistico che sta diventando sempre più una figura mitologica, una specie di semidio che tenta di gestire sia la direzione artistica che la conduzione, non sempre nella maniera migliore possibile. Anche quest’anno, quindi, non sono mancate le polemiche pre-festival concentrate tutte sul povero Amadeus che invece ha saputo sorprendere tutti con la sua dose di autoironia che di solito non siamo abituati a vedere, ingabbiata nel monolitico ruolo da conduttore di game show.

Durante la conferenza stampa di presentazione non sono mancati gli attacchi contro di lui, reo di aver detto una frase giudicata sessista nei confronti di Francesca Sofia Novello, una delle co-conduttrici di questa edizione, presentata con il “merito” di essere rimasta un passo indietro al suo fidanzato, il famoso campione di Moto GP, Valentino Rossi. Dopo questo primo fulmine a ciel sereno, tutti schierati contro Junior Cally, il cantante mascherato (che poi è salito sul palco senza maschera) criticato perché in molti suoi testi ricorrono spesso delle frasi contro le donne proprio in un momento storico in cui si sta lottando categoricamente contro ogni forma di violenza di genere. Questo era il terreno su cui si sarebbe giocata una partita a dir poco infuocata, incorniciata anche dalle abituali critiche per i compensi troppo elevati dei vari partecipanti.

Diciamo però che gli italiani hanno permesso ad Amadeus di fare cinque gol a porta vuota in tutte le cinque serate con uno share medio del 55% e con l’invasione di tutte le piattaforme social che si sono divertite e scatenate a commentare i momenti più esilaranti della kermesse, ma si sono soffermate anche sui momenti più riflessivi ed emozionanti che non sono di certo mancati.

È stato un festival in cui la musica è tornata al centro, non è scomparsa dietro agli interventi degli ospiti o ai siparietti comici (stavolta non esagerati) tra Fiorello, Amadeus e le varie co-conduttrici che hanno fatto però dilatare paurosamente i tempi della messa in onda (la serata finale è finita alle 2:45). Delle 24 canzoni in gara, 23 dopo la squalifica di Bugo e Morgan (che adesso sta diventando un vero e proprio caso mediatico), diverse sono state quelle che hanno sorpreso positivamente i giornalisti ed il pubblico più giovane che, per diversi motivi, quest’anno si è avvicinato al festival spesso giudicato un evento per un pubblico adulto.

Emblematico il caso Achille Lauro che non si è soltanto esibito, ma ha scelto di creare un vero e proprio percorso artistico durante le sue esibizioni omaggiando diversi personaggi del passato che potessero essere collegati concettualmente al suo brano dal titolo Me ne frego: dal San Francesco di Giotto a Ziggy Stardust di David Bowie per poi concludere con la marchesa Casati e la regina Elisabetta I Tudor. Tutti hanno gridato allo scandalo, solo in pochi hanno invece concordato con la linea provocatoria del cantante e hanno quindi compreso il suo messaggio.

Ovviamente, tanto scalpore lo ha suscitato anche la cantante ereditiera, Elettra Lamborghini, con Musica (e il resto scompare), versione sanremese di una tipica hit alla Elettra che sicuramente farà parte del panorama musicale estivo. Di lei si ricorderanno i look “esplosivi” e l’esibizione durante la terza con l’irriverente Myss Keta sulle note di Non succederà più di Claudia Mori ed Adriano Celentano, uno dei momenti più seguiti sulle piattaforme social.

A giudicare dalla classifica, non è stato un Sanremo degli Amici di Maria che, da brava regina della tv, è stata presente anche quest’anno con una telefonata che ha benedetto il festival e ha portato davvero molta fortuna. Riki, Alberto, Giordana ed Elodie non hanno raggiunto altissime posizioni eccezion fatta per quest’ultima che, con Andromeda, canzone scritta da Mahmood, si è posizionata settima.

Allo stesso modo, Anastasio, Enrico Nigiotti, Rancore e Levante, non sono riusciti ad oltrepassare la decima posizione che però è stata raggiunta dal rapper romano che con Eden ha vinto anche il premio per il miglior testo. Grande attesa per Rita Pavone, Tosca e Piero Pelù che hanno lasciato un segno ognuno a suo modo. Il jazz di Gualazzi ha stupito ma non ha convinto così come il testo di Vasco non ha permesso ad Irene Grandi di prendersi il podio. Le parole di Jannacci dedicate alla figlia così come i brani di Marco Masini e Michele Zarrillo non hanno funzionato posizionandosi in fondo alla classifica.

Festival di Sanremo 2020: dopo 70 anni torna a fare rumore

Per completare questa disamina “a blocchi” di quest’edizione, è necessario parlare anche del gruppo di Francesco Sarcina, Le Vibrazioni, che ha raggiunto il quarto posto e dei Pinguini Tattici Nucleari, un gruppo della frontiera indie che ha conquistato il podio replicando quello che nel 2018 erano riusciti a fare i ragazzi de Lo stato sociale.

L’ultima sfida si è consumata tra Francesco Gabbani, vincitore nel 2017 del Festival con Occidentali’s Karma e Diodato, ultimamente sulla bocca dei cinefili perché autore della colonna sonora dell’ultimo film di Ferzan Ozpetek La dea fortuna: la sua Fai rumore, stavolta senza nessuna polemica, dichiara la fine della 70esima edizione che di rumore, a modo suo, ne ha fatto tanto.

Un’edizione che ha coniugato la storia e la novità, l’internazionalità con Lewis Capaldi, Dua Lipa e il gruppo sudamericano Gente de Zona e l’italianità rappresentata, oltre che dall’onnipresente Tiziano Ferro e da diverse star della musica italiana, da due momenti che gli italiani aspettavano con ansia: l’esibizione di Albano e Romina e la reunion dei Ricchi e Poveri. È stato un festival in cui si sono ribaditi dei messaggi come quello contro la violenza sulle donne e quello dell’arte come mezzo di abbattimento delle barriere con il ballerino Ivan Cottini e il cantante Paolo Palumbo entrambi affetti da SLA.

Non sono mancati gli apprezzamenti e le critiche sia al monologo del premio Oscar Roberto Benigni basato sul Cantico dei Cantici che agli interventi fatti da alcune delle donne del Festival, ognuna delle quali ha aggiunto un quid in più alla kermesse: tra tutte ha colpito la presenza di Alketa Vejsiu, grande protagonista della televisione albanese e in molti hanno apprezzato il ritorno di Sabrina Salerno e Antonella Clerici. È stato anche il Sanremo di Leo Gassman, nipote del grande Vittorio e figlio di Alessandro, che dopo aver partecipato a X Factor, è riuscito a conquistarsi il Leone delle Nuove Proposte con il brano Vai bene così.

Si chiude quindi un’edizione che ha accontentato tutti, che rimarrà sicuramente nella storia della televisione italiana, un festival che dopo tanti anni è riuscito a svolgere appieno il suo compito: essere lo specchio della società italiana con i suoi pregi e i suoi difetti. Lo hanno detto tutti, anche chi, come al solito, Sanremo dice di non guardarlo ma poi, anche con la coda dell’occhio non resiste e ci ricasca perché in fin dei conti, Sanremo è Sanremo. È proprio vero.

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