#FEFF22: The President’s Last Bang, la recensione

#FEFF20: The President's Last Bang, la recensione

Park Chung-hee fu il terzo Presidente della Corea del sud fra il 1962 ed il 1979 e la sua Presidenza è ancora oggi nota in Corea come terza Repubblica. Park venne assassinato il 26 ottobre 1979 dal Direttore dei Servizi Segreti Sudcoreani ed una buona parte delle motivazioni dietro a questo delitto sono ancora oggi un mistero in Corea. Im Sang-soo portò The President’s Last Bang (trailer) nel 2005 al Festival di Cannes, adattamento satirico e grottesco dei fatti storici ottenendo il successo internazionale. Quindici anni dopo il film è tornato sugli schermi coreani in una versione integrale restaurata che ha reso giustizia all’opera di Im e rimesso in gioco il dibattito sulla morte del Presidente Park.

Il film ridicolizza molti personaggi storici della Corea del Sud che operarono anche in modo molto violento durante un periodo della Storia molto più simile ad un regime militare che ad una Repubblica democratica. In un certo senso si pensa al nostro Paolo Sorrentino ed al modo con cui dissacra le figure della contemporaneità spogliandole del loro potere e della loro immagine pubblica. Allo stesso modo nel film si dissacrano le figure militari e politiche, senza mai dimenticare le responsabilità più buie del loro operato. Generali in mutande e militari grotteschi servono al regista come marionette di un teatrino delle assurdità che da una parte ridicolizzano figure che animarono il terrore fra la popolazione rimarcandone dall’altra il peso storico criminale.

The President’s Last Bang è diviso in due parti ben distinte: nella prima si raccontano le ore che precedono il delitto fino al suo compimento e nella seconda il procedimento politico e burocratico che in quella notte scandisce i minuti di una crisi di Stato di cui nessun coreano era a conoscenza.

Im Sang-soo non ha alcuna pietà per nessuna delle figure di potere coinvolte nei fatti della notte dell’omicidio e ne mostra le fragilità e più di tutto la mediocrità fino a ridicolizzarne il ricordo con un taglio grottesco e a tratti demenziale. I personaggi sono mostrati nelle loro necessità fisiologiche o mentre mangiano davanti al cadavere del leader assassinato ritraendo un sistema politico allo sbando e incapace di assumere con responsabilità le conseguenze degli eventi. Il film ritrae impietoso la decadenza di una classe e di un sistema politico con ironia, arguzia ed una profonda capacità di dissacrare la violenza e la prepotenza del potere.

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