Cannes, Marchè du Film: le tendenze del mercato

Ogni anno, in occasione del Marchè du film del Festival di Cannes, l’osservatorio europeo dell’audiovisivo pubblica la sua raccolta di dati e le sue valutazioni sulle tendenze del mercato mondiale del cinema e dell’audiovisivo. I dati messi a disposizione dagli operatori consentono a figure professionali provenienti da tutto il mondo di stabilire delle connessioni, sviluppare ragionamenti e contribuire alla discussione internazionale sulla tendenza del mercato. Insomma, da quella pubblicazione nascono infinite possibilità di lettura e valutazione dell’andamento industriale del settore. Questa volta anche noi di DassCineMag invitiamo i lettori a ragionare sulla situazione del mercato cinematografico.

Non stupirà nessuno sapere che gli Stati Uniti fanno da padroni per quanto riguarda la crescita di incassi annuali, ma forse stupirà un po’ di più sapere che se ci spostiamo dalle cifre di incasso ai biglietti venduti, e quindi agli ingressi in sala, la situazione cambia totalmente. L’India e la Cina infatti superano gli Stati Uniti per numero di spettatori; da sola l’India totalizza nel 2018 più di due milioni di spettatori superando il milione e settecentomila della Cina ed il più timido milione e trecentomila degli Stati Uniti, che si assestano con una crescita annuale dello 0,7% rispetto in particolare all’onda cinese cresciuta negli ultimi cinque anni addirittura del 20%. Sono sempre India, Cina e Usa a contendersi il record di schermi in funzione, dove la Cina ne vanta più di 60.000 contro i 43.459 degli Usa ed i più di 11.00 indiani. L’Italia si difende in settima posizione mondiale con 5.205 sale.

La nazione più prolifica, per quanto riguarda la produzione, è quella indiana, che nel 2018 può vantare 1813 film realizzati e certificati (pare che fuori dall’istituzionalità siano molti di più). A seguire la magica Bollywood ci sono la Cina con 1082 film ed il Giappone con ben 613 film realizzati; gli Usa arrivano solo quarti con 576 film, ma le cifre contemplano solo film realizzati da questi paesi con budget superiori al milione di dollari americani. Nonostante tutto questo, le cifre relative agli incassi mondiali vedono gli americani al vertice della top 20 con Avengers: Infinity War, Black Phanter e Jurassic World: Fallen Kingdom. L’Unione Europea è lontana da queste cifre eppure totalizza nel 2018 1.847 film prodotti, al cui interno gli italiani sono i più produttivi con 147 film nazionali, ma sono battuti nel documentario dalle 125 produzioni spagnole.

Infine, il popolo europeo che va di più al cinema è quello francese, con più di duecento milioni di ingressi nel 2018 nelle sue 5.981 sale. Il film non europeo con maggior numero di ingressi è stato, guarda caso, Avengers: Infinity War, mentre l’europeo è stato Bohemian Rapsody (ancora non vale la brexit). I titoli di Hollywood sono preponderanti in pratica nelle top 10 di tutto il mondo, fatte alcune eccezioni dove il prodotto nazionale guida il gusto del pubblico e preserva l’eccezione culturale. L’India vanta 9 film nazionali nella top 10, dove solo i vendicatori Marvel infrangono le fila indiane con la loro terza posizione. Per i più curiosi al vertice del mercato indiano c’è il biopic Sanju che tratta della vita del divo indiano Sanjay Dutt, processato e condannato a cinque anni di carcere in quanto ritenuto legato all’attentato del 1993 in cui furono uccise 257 persone a Mumbai. Nonostante la condanna Dutt resta un divo incredibilmente influente che ha confermato il suo senso degli affari producendo questo film e raccogliendone i frutti al box office (se volete dargli un’occhiata lo trovate anche nella library Netflix in Italia). L’altro film che batte gli Avengers è Padmaavat, storia d’amore multireligiosa che è valsa alla protagonista la taglia emessa da una setta religiosa di un milione di dollari per chiunque riesca a bruciarla viva (purtroppo non è la trama del film ma un dato di fatto reale).

Il secondo Paese che resiste all’americanizzazione del mercato è ovviamente la Cina (il terzo colosso del nostro articolo) con 7 film cinesi su 10 in classifica, ma va detto che fra questi c’è anche la coproduzione internazionale di Venom. Operation Red Sea è il blockbuster di Pechino frutto di una coproduzione d’azione fra Cina, Hong Kong e Macao, di Dante Lam, che noi italiani abbiamo potuto vedere su Rai 4 ed al Far East Film di Udine. Riflettendo su casa nostra possiamo già valutare i primi effetti della nuova Legge Cinema che almeno sul piano statistico ci porta ad essere i primi in Europa per produzioni di film di finzione ed i settimi nel mondo come numero di sale. Si ritiene doveroso ringraziare la Professoressa Federica D’Urso che con il corso di “Economia e organizzazione del cinema e della televisione” della Sapienza ha ispirato questo breve lavoro di analisi.

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