BARI INTERNATIONAL FILM FESTIVAL – UN ANNO DI MASTERCLASS DI PRIM’ORDINE

Ancora una volta il Bif&st è dedicato ad un volto scomparso del nostro cinema: anzi ben due: Marco Ferreri e Franco Cristaldi. Regista irriverente l’uno, produttore l’altro. Vecchie glorie, personalità opposte, due mondi comunque incrociati nel panorama del cinema italiano.

Più che le varie anteprime internazionali, quest’anno l’elemento più allettante della nona edizione del Bari film festival sembrano essere le Masterclass. E l’offerta iniziale, quella delle prime tre mattinate sostenute al Teatro Petruzzelli, si prospetta come una tripletta di grandi presenze. Pierfrancesco Favino apre la lezione di sabato mattina. Reduce dal monologo sanremese, anticipato dalla proiezione di “ACAB – all cops are bastards” (S. Sollima, 2012) ormai must sotto vari aspetti, la sua presenza appaga, esalta, istruisce. Non preceduta da nessun film, per ovvie ragioni legate al curriculum del soggetto in questione, è la Masterclass di domenica 22 tenuta da Pippo Baudo. Lascia un po’ di stucco invece, l’inaspettato forfait di Micaela Ramazzotti per la lezione di lunedì mattina. Impedimenti improvvisi e la nota attrice romana per aggiunta non si presenta neanche la sera dello stesso giorno per il ritiro del Federico Fellini Platinum Award. Ma il pubblico del Petruzzelli appare comunque contento nell’apprendere che Margarethe Von Trotta (“Hannah Arendt”, 2012) presenterà il suo prossimo film a Cannes.

Oltre ovviamente alla filmografia di Ferreri obbligatoriamente proiettata al Multicinema Galleria (e al documentario La lucida follia di Marco Ferreri di Anselma Dell’Olio), un occhio vigile doniamolo al panorama internazionale. Introduce la rassegna il gradevole e lunare film italiano Due piccoli italiani di Paolo Sassanelli, mentre Cosa dirà la gente (Hva vil folk si) di Iram Haq, in uscita nelle nostre sale il 3 maggio per Bim, rilancia nuovamente lo spinoso tema del bipolarismo di costume della famiglia mediorientale trapianta in Norvegia.

Vuoi il caldo improvviso di questa primavera, troppo in contrasto con il tifone Burian di un mese e mezzo fa, quest’edizione parte morbida e pacata. Le tradizioni comunque si ripetono: musica di Nino Rota come overture di ogni proiezione, nonché un’interessante serata concerto jazz  quella di domenica 22 al Petruzzelli, dedicata ad Armando Trovajoli nel centenario della sua nascita. Roboante e sbarazzina sembra quindi un’ottima pausa di riflessione in musica per tenerci carichi alla sfilata di anteprime che seguiranno…

di Gianmarco Cilento

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